A
- Algoritmo: sistema di regole usato dalle piattaforme social per decidere quali contenuti mostrare a ciascun utente.
- Algospeak: modo di comunicare cifrato adoperato dagli utenti dei social network per eludere i filtri dei contenuti inclusi nei codici algoritmici, ad es. usando emoticon, simboli, accenti, ecc.
- Autoplay: inizio automatico dei contenuti multimediali, in particolare dei video, appena l’utente “apre” il postattraverso lo scrolling, ovvero prima ancora che egli sia in grado di decidere se il contenuto sia di proprio possibile interesse o meno.
- Azione collettiva (o Class Action): strumento legale che consente a più persone di unirsi per far valere diritti lesi in modo simile da parte di un soggetto, pubblico o privato.
- Azione inibitoria: rimedio giuridico volto a fermare una condotta illecita pericolosa o dannosa prima che produca ulteriori effetti negativi.
- Azione risarcitoria: rimedio giuridicovolto alla valutazione e al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dai soggetti appartenenti ad una determinata classe danneggiata dalle azioni o omissioni di un’azienda o ente.
B
- Bannare: bloccare un utente o un contenuto su una piattaforma.
- Bias: automatismi mentali sviluppati dall’uomo, sui quali si basa per prendere decisioni in modo rapido, partendo da punti di riferimento prestabiliti.
- Bias algoritmico: distorsione nei risultati prodotti da un algoritmo, che può portare a discriminazioni o trattamenti ingiusti.
- Bias cognitivo: automatismi mentali sviluppati dall’uomo sui quali si basa per prendere decisioni in modo rapido; il bias cognitivo si fonda sulle conoscenze e i pregiudizi anche innati degli individui.
- Bias di conferma: tendenza a prediligere le informazioni che confermano le convinzioni o potesi preesistenti di un individuo.
C
- Challenge (sfida): video o contenuti sulle piattaforme social che “sfidano” il giovane utente a compiere gesti e azioni spesso anche molto pericolosi per la propria incolumità.
- Clickbait: contenuto dal titolo sensazionalistico, creato per attirare clic.
- Community: insieme di utenti che interagiscono intorno a un contenuto, un tema o un marchio.
- Consumo digitale: tempo e attenzione che gli utenti dedicano alle piattaforme social.
- Contenuti effimeri: contenuti che rimangono visibili sulla piattaforma per un tempo determinato, per poi sparire (ad es. le “Storie” su Instagram, Facebook e TikTok).
D
- Dark patterns: pratiche usate nelle interfacce digitali che ingannano o manipolano gli utenti, sfruttando scorciatoie cognitive (bias).
- Dipendenza da social: utilizzo compulsivo dei social network che può influire negativamente su vita quotidiana, relazioni e salute mentale e fisica.
- Disinformazione: diffusione di notizie false o fuorvianti, spesso amplificata dai social.
E
- Echo chamber (camera dell’eco): situazione in cui informazioni, idee o credenze più o meno veritiere vengono amplificate da una ripetitiva trasmissione e ritrasmissione in un ambito omogeneo e chiuso, come quello dei social network, in cui finiscono per non trovare più considerazione visioni e interpretazioni divergenti.
- Engagement: misura del coinvolgimento degli utenti rispetto a un contenuto (like, commenti, condivisioni).
- Esposizione collettiva: situazione in cui un gran numero di persone subisce lo stesso tipo di danno a causa di un comportamento illecito di un’impresa o ente.
F
- Feed: flusso di contenuti che ogni utente vede quando accede a un social.
- Filter bubble: “bolla” informativa generata dagli algoritmi, che mostra contenuti simili a quelli già fruiti, limitando la varietà di prospettive.
- Filtri: strumenti multimediali che consentono di modificare le immagini e i video, dunque anche l’aspetto dell’utente.
- FOMO (Fear of Missing Out – paura di perdersi qualcosa): ansia di rimanere esclusi da esperienze o informazioni che altri stanno vivendo o condividendo online.
G
- Gaming della piattaforma: tecniche usate dagli utenti per manipolare l’algoritmo e ottenere maggiore visibilità.
H
- Hashtag: parola o frase preceduta dal simbolo “#” che categorizza i contenuti e li rende rintracciabili.
- Hate speech: discorso d’odio veicolato online contro individui o gruppi.
I
- Influencer: persona con grande seguito sui social capace di influenzare opinioni o consumi.
- Inibitoria: azione legale che mira a bloccare pratiche scorrette o dannose.
J
- Judicial class action: termine inglese per indicare la class action giudiziaria, ossia il procedimento davanti a un giudice per ottenere risarcimenti o tutele collettive.
K
- Knowledge sharing: condivisione di conoscenza online, spesso attraverso community o forum.
L
- Like: interazione base che indica apprezzamento per un contenuto.
- Litigation PR: attività di comunicazione legata a controversie legali, utile anche nei contesti di azioni collettive.
M
- Moderazione: attività di controllo e gestione dei contenuti online per rispettare regole e policy.
- Misinformation: diffusione di notizie false non intenzionale (diversa dalla disinformazione).
N
- Notification (notifica): avviso inviato da un social per stimolare l’interazione dell’utente.
- Netiquette: regole di comportamento per un uso corretto e rispettoso del web e dei social.
O
- Oversharing: condivisione eccessiva di dettagli personali sui social.
- Organizzazione collettiva: gruppo di utenti/consumatori che si uniscono per avviare un’azione collettiva.
P
- Profilazione: raccolta e analisi dei dati personali degli utenti per personalizzare i contenuti e la pubblicità.
- Privacy: diritto alla protezione dei dati personali, spesso minacciato da un uso scorretto dei social.
Q
- Quality content: contenuto di valore, utile o ben realizzato, premiato dagli algoritmi e apprezzato dagli utenti.
R
- Rabbithole effect (effetto tana del coniglio): nel campo dei social,espressione che descrive la situazione che si crea quando un utente si immerge profondamente in un argomento o un’attività, spesso senza rendersene conto, ad esempio continuando a fruire dei contenuti raccomandati dal social, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio.
- Reel: video breve e dinamico, molto diffuso su Instagram e altre piattaforme.
- Rappresentanza collettiva: soggetti (associazioni, enti) che possono agire per conto di una collettività in un’azione legale.
S
- Scroll: gesto di scorrere i contenuti su uno schermo.
- Scroll infinito: Lo scroll (o scrolling) si dice “infinito” quando è impostato in modo che l’utente non giunga mai alla fine della pagina, potendo al contrario continuare a scorrere lo schermo per ore.
- Social washing: pratica con cui un’azienda usa i social per mostrarsi etica e responsabile senza esserlo realmente.
- Superiore interesse del minore: diritto sostanziale dei minorenni, che impone agli Stati di tenere in considerazione il loro interesse come superiore rispetto agli altri interessi in gioco in ogni processo decisionale, pubblico e privato, di natura giudiziaria e amministrativa o in altri contesti.
T
- Teasing: mostrare sullo schermo una piccola parte del post successivo a quello che si sta visualizzando, invogliando l’utente a visualizzare il seguente.
- Trending topic: argomento che diventa virale e popolare su una piattaforma.
- Tutela collettiva: insieme di strumenti giuridici per difendere diritti di gruppi di persone.
U
- User generated content (UGC): contenuti creati direttamente dagli utenti e non dai brand.
V
- Virale: contenuto che si diffonde rapidamente online grazie a condivisioni massive.
- Violazione collettiva: illecito che coinvolge un gruppo ampio di persone, tipico contesto per una class action.
W
- Whistleblower: persona che segnala illeciti o irregolarità, anche in contesti legati al mondo digitale e aziendale.
Z
Zoom fatigue: stanchezza dovuta all’uso prolungato di piattaforme di videoconferenza.




