Molte ed articolate sono le richieste di tutela che sottoponiamo all’Autorità Giudiziaria, ma in primo piano chiediamo il rispetto del vigente divieto di accesso ai social dei minori di quattordici anni, previsto dall’art.8 del reg. 2016/679 EU (GDPR), nonché dall’art. 2-quinquies del nostro Dlgs 101/2018 (Codice Privacy), costantemente e volutamente violato dalle piattaforme social. Addirittura, la normativa prevede che i genitori possano autorizzare i propri figli tra i 13 e i 14 anni a utilizzare i social, ma le relative piattaforme anche in questo caso non applicano alcun controllo, in piena violazione della Legge.
Nel proprio ricorso MOIGE spiega e documenta i rischi di danni psichici, in alcuni casi di natura permanente e non reversibile, che corrono i minori ed indirettamente le loro famiglie, che si trovano da sole ad affrontare tutte le quotidiane problematiche di un bambino o di un adolescente: perdita delle relazioni sociali, perdita del sonno e conseguente calo del rendimento scolastico, depressione, disturbi alimentari e comportamentali.
È un fatto notorio, con cui ogni genitore si confronta giornalmente, come la dipendenza dei minori dai social possa provocare seri danni alla loro salute mentale, per i contenuti che possono influenzarli negativamente come video contenenti violenza, bullismo e materiale sessualmente esplicito, mentre la mancanza di informazioni chiare sulle impostazioni di privacy rende difficile per i genitori proteggere i loro figli dai contenuti inappropriati.
Tu affideresti tuo figlio ad uno sconosciuto?
È ciò che avviene ogni giorno quando lasciamo i nostri figli attaccati per ore ai telefonini, tablet o computer, senza alcun appropriato controllo sui contenuti che vengono loro offerti.
